Storia indissolubile tra Maratea ed il suo Santo Protettore. San Biagio fu vescovo della città di Sebaste in Armenia. Il martirio avvenne nel 316 durante le persecuzioni dei Cristiani : fu scorticato vivo e decapitato. Uno dei miracoli più noti a lui attribuito è aver salvato la vita ad un bambino cui si era conficcata una grossa spina di pesce nella gola. Per tale evento è da sempre ritenuto il santo protettore della gola.
C’è una particolare preghiera per la gola e una cerimonia religiosa in cui si effettua la benedizione della gola. Nato, vissuto e martirizzato in Armenia, come si intreccia la vicenda di San Biagio di Sebaste con quella di Maratea ? A seguito di una forte bufera di mare, nell’anno 723, la nave che trasportava le reliquie di San Biagio a Roma fa naufragio dinanzi alla costa di Maratea e sull’isolotto di Santo Ianni viene trovata la cassa contenente le Reliquie del Santo. La popolazione di Maratea, di fronte a tale significativo e grande accadimento, decide di costruire la Basilica sul Monte San Biagio a lui dedicata. Papa Pio IV, nel 1563, riconobbe come miracoloso il fenomeno della “ Manna Celeste “ che stilla dalle colonne del Santuario e con la quale i fedeli bagnano la gola per proteggerla.
A Maratea il Santo protettore è festeggiato con tipiche processioni che accompagnano la Statua dal Castello alla Chiesa Madre del Centro Storico in due periodi dell’anno, il 3 febbraio ed il primo sabato di maggio. Grande è la venerazione di Maratea per il suo Santo Protettore. Diffusissimo tra i marateoti il nome Biagio perchè ogni famiglia battezza il primo figlio maschio con tale nome.